- Febbraio 6, 2016
- Posted by: Adesign
- Categoria: Consigli
Q? E’ POSSIBILE DIVIDERE UN APPARTAMENTO IN DUE?
A. Sotto il profilo urbanistico il frazionamento di un’unità immobiliare può essere consentito o meno dal Piano Urbanistico Comunale che, nel caso sia previsto in alcune zone omogenee, prescrive, nelle norme di attuazione, i requisiti minimi che devono avere le unità derivate. Dal punto di vista realizzativo la divisione è un intervento piuttosto delicato che deve tener conto di molteplici vincoli che presenta la situazione esistente ovvero: il posizionamento delle strutture (pilastri o murature portanti), il posizionamento delle colonne di scarico degli impianti, la disposizione delle finestre verso l’esterno; queste caratteristiche dell’esistente rappresentano alcuni degli ostacoli inamovibili con cui deve confrontarsi la progettazione ovviamente insieme al dimensionamento di tutti gli ambienti interni che oltre a dovere rispettare i requisiti minimi di legge deve garantire una completa fruibilità.
Q? PERCHÉ SI CREANO QUELLE ANTIESTETICHE MACCHIE DI UMIDITÀ AL SOFFITTO E ALLE PARETI?
A. La formazione di macchie al soffitto e/o alle pareti, generalmente quelle perimetrali, è dovuta principalmente al verificarsi del fenomeno della condensa che crea le condizioni per l’instaurarsi di muffe. Detto in maniera elementare, la condensa si genera quando una massa di aria calda e umida entra a contatto con una superficie più fredda: a questo punto la temperatura dell’aria che tocca detta superficie (che può essere il paramento interno di un solaio di copertura o di un muro perimetrale) precipita al di sotto del punto di condensa ovvero quel punto che indica il limite massimo di vapore acqueo che una massa d’aria riesce a trattenere ad una data temperatura; scendendo l’aria al disotto del punto di condensa essa deposita il vapore sotto forma di goccioline d’acqua sulla superficie di contatto: è lo stesso fenomeno che si verifica (in maniera macroscopica) sulla superficie esterna del vetro di una bottiglia di acqua fredda quando la si estrae dal frigo e la si pone in un ambiente caldo e umido. Le superfici murarie che si trovano quindi in condizione continuativa di umidità generano la formazione di muffe e delle relative antiestetiche e insalubri macchie scure.
Q? COME SI PUÒ PREVENIRE LA FORMAZIONE DI MACCHIE DI MUFFE ALLE PARETI?
A. Per evitare che si creino muffe sulle pareti e/o sui soffitti è necessario intervenire sulle condizioni che determinano il verificarsi di condensa. In linea di massima la condensa tende a formarsi in un ambiente a causa di due fattori principali: le caratteristiche igrometriche dell’aria che si instaura nell’ambiente e la temperatura delle superfici di contatto delle pareti che definiscono l’ambiente stesso. In pratica se l’aria è troppo umida e le superfici delle pareti sono piuttosto fredde accade che l’aria condensa. Pertanto intervenendo sulle pareti perimetrali con adeguati cappotti termici il cui risultato è preventivamente verificabile con degli studi quale può essere il diagramma di Glaser, si evita che la parete (o il solaio) trasferisca una temperatura bassa dal suo paramento esterno a quello interno ma si fa in modo che la differenza termica venga abbattuta gradatamente attraverso lo spessore della parete. Ovviamente la stratigrafia dei materiali isolanti che si vanno ad inserire nel muro deve essere tale da non generare condensa all’interno (quindi non a vista) della parete stessa. L’altro fattore a cui sopra si accennava che è causa di condensa è la qualità dell’aria interna all’ambiente: in linea di principio è sempre opportuno far arieggiare adeguatamente i locali ed evitare che si instauri un’aria eccessivamente umida e calda. Si noti che un’aria calda ma secca non genera condensa in quanto che anche se si raffredda a contatto con le pareti difficilmente arriva a saturare poiché contiene una bassa quantità di vapore acqueo.
Q? E’ PIÙ EFFICACE UN CAPPOTTO TERMICO APPLICATO ALL’ESTERNO O ALL’INTERNO DI UN MURO PERIMETRALE?
A. Il cappotto termico applicato sulle superfici esterne di un involucro murario è molto più efficace di un isolamento realizzato sul paramento interno di una muratura; la ragione è che sebbene i materiali isolanti siano gli stessi ma solamente posizionati in sequenza diversa, ciò che migliora posizionando il cappotto all’esterno è l’inerzia termica ovvero si evita che si “raggiunga” una temperatura troppo alta o rigida sulla superficie esterna che poi dovrà essere abbattuta nel percorso verso l’interno, in pratica si evita “l’accumulo” di un eccessivo caldo (o freddo) sulla superficie a contatto con l’ambiente esterno. Per vari motivi, spesso non è però possibile intervenire sull’esterno delle murature di un fabbricato esistente: si pensi per esempio ad un fabbricato condominiale ove non vi è condivisione di obiettivi di manutenzione fra i diversi proprietari; pertanto si ricorre ad un cappotto termico applicato all’interno delle murature o nello spessore stesso delle pareti che risulterà sicuramente meno efficace di quello esterno ma è realizzabile in piena autonomia.
Q? HO L’ESIGENZA DI UN ALTRO BAGNO IN CASA MA IL POSTO IN CUI POSSO REALIZZARLO È LONTANO DAGLI IMPIANTI DI SCARICO, HO GIÀ CONTATTATO UN IDRAULICO AMICO CHE MI HA DETTO CHE L’INTERVENTO NON È POSSIBILE; CI SONO SOLUZIONI?
A. La realizzazione di un bagno aggiuntivo o lo spostamento di quello esistente (lo stesso dicasi per l’ambiente cucina), è un intervento piuttosto particolare che non sempre è fattibile anche se si intende stravolgere completamente la distribuzione esistente degli ambienti. Il vincolo è rappresentato dalla posizione delle colonne di scarico esistenti in cui devono confluire le acque reflue delle utenze che si vanno a creare; premesso che un secondo bagno non richiede per legge la necessità di un affaccio diretto verso l’esterno pertanto potrà essere dotato di areazione ed illuminazione completamente artificiale, risulta quindi fondamentale verificare se è possibile realizzare le opportune pendenze agli scarichi degli igienici che si intendono installare. Talvolta il problema è superabile adottando i cosiddetti scarichi “a parete” ovvero installando le tubazioni di scarico all’interno delle pareti perimetrali sino a raggiungere il punto di imbocco nella colonna “fecale”, quando ciò non è possibile si può ricorrere, sempreché l’altezza dell’immobile lo consenta, a realizzare un solaio sopraelevato rispetto a quello esistente mediante l’impiego di vespai alleggeriti entro cui far passare le tubazioni idriche: ovviamente questa soluzione comporta la creazione di gradini all’interno dell’immobile che vanno integrati nella maniera meno invasiva.
Q? DOVREI RISTRUTTURARE CASA E MI INTERESSEREBBE CAPIRE QUALI DIFFERENZE DI COMPETENZE VI SONO TRA ARCHITETTI, GEOMETRI ED INGEGNERI?
A. Per un intervento di manutenzione straordinaria a cui credo Lei si riferisca, non sussistono differenze tra le figure professionali che ha indicato, in linea di massima solo per gli interventi di progettazione sulle strutture in cemento armato la legge predispone che i geometri non sono abilitati. Resta comunque oggettivo il fattore che qualora si richieda una progettazione molto attenta all’ottimizzazione degli spazi, alla piena funzionalità degli ambienti, alla personalizzazione di uno stile, alla cura del dettaglio, alla particolarità delle soluzioni, la figura professionale più adatta è quella dell’architetto che svolge un percorso formativo ed una vita lavorativa incentrati principalmente sulla progettazione.