Le unità esterne dei condizionatori: devono proprio esserci?

Un’immagine che sempre più insistentemente deturpa l’aspetto delle facciate dei fabbricati nelle nostre città è quella delle unità esterne dei condizionatori d’aria.

Purtroppo la frequente assenza di una specifica disciplina, sia nei regolamenti edilizi che in quelli condominiali, fa si che non ci sia alcun criterio che direzioni la scelta della tipologia di queste apparecchiature o quanto meno il loro posizionamento sugli esterni.

Con questo breve testo Adesign intende informare i tanti utenti in procinto di installare l’impianto di aria climatizzata all’interno della propria residenza, che si trovano in commercio delle unità per la produzione dell’aria condizionata che vanno installate sulle pareti perimetrali all’interno dell’abitazione lasciando comparire, come unici elementi sulla facciata esterna, due piccole griglie circolari a filo muro dal diametro di circa 20cm che serviranno per lo scambio d’aria.

L’ingombro dell’unità interna può tranquillamente essere integrato nell’arredamento con semplici accorgimenti. Sfortunatamente l’offerta commerciale di questi prodotti non è comparabile con quella dei condizionatori classici e ciò si riflette anche sul costo, in più si aggiunge la propensione da parte degli installatori a seguire la strada più comune e pertanto sconsigliare questa soluzione alternativa indicandola come meno performante il ché, invece, è spesso ininfluente.

L’invito di Adesign è quello di essere più sensibili verso il decoro urbano, tutti noi sappiamo riconoscere la bellezza di quei piccoli centri urbani in cui tutte le abitazioni mantengono un carattere omogeneo nell’aspetto esteriore ed il solo apparire uguali nei materiali e pulite da superfetazioni e da elementi di disturbo rende l’insieme gradevole e rilassante a prescindere dallo stile architettonico.

Ma anche nel posizionamento delle unità esterne delle apparecchiature comunemente usate, l’invito è di essere più oculati, più attenti a salvaguardare i prospetti principali dell’edificio, a creare delle coperture alle macchine stesse che ne dissimulino la presenza e le nascondano alla vista; e se anche ciò dovesse comportare un piccolo aumento della spesa dell’impianto, lo si consideri un minimo tributo a quella che è la nostra principale abitazione: la città in cui viviamo.